COS’È LA TUBERCOLOSI? COME SI TRASMETTE?
E’ una malattia infettiva, causata dal bacillo di Koch, che colpisce prevalentemente i polmoni, anche se qualsiasi organo del corpo può esserne interessato. Si trasmette per via aerea. Chi è affetto da tubercolosi può emettere bacilli nell’ambiente circostante con la tosse, gli starnuti o semplicemente parlando. I famigliari, i colleghi di lavoro e chiunque si trovi per molto tempo negli stessi ambienti con un ammalato contagioso può inspirare il bacillo e acquisire l’infezione tubercolare.
COS’È L’INFEZIONE TUBERCOLARE?
Quando un organismo viene a contatto con il bacillo tubercolare, il suo sistema immunitario si difende e lo mette sotto controllo, impedendone la crescita e la diffusione. Il bacillo può rimanere per anni addormentato nell’organismo. Il soggetto è sano, non contagioso ma infetto. I soggetti infetti possono sviluppare la malattia e divenire contagiosi in qualsiasi momento della loro vita.
CHE COSA SONO IL TEST MANTOUX ED IL QUANTIFERON?
Sono test per la diagnosi dell’infezione tubercolare. Essere positivi a tali test, non vuol dire necessariamente essere ammalati di tubercolosi, ma avere dei bacilli addormentati nell’organismo.
In questo stato non ci sono sintomi e non si è né malati né contagiosi.
COME SI SVILUPPA LA MALATTIA TUBERCOLARE? COME SI CURA?
Quando nelle persone con infezione tubercolare il sistema immunitario si indebolisce, il bacillo può diventare attivo, provocando la malattia tubercolare vera e propria. Questo può avvenire subito, al momento del contagio, ma anche diversi anni dopo. La malattia si può curare con una terapia farmacologica che dura almeno sei mesi. Una terapia ben condotta per tutto il tempo necessario porta alla guarigione, interrompe la contagiosità ed evita la comparsa di resistenze.
COS’È LA TUBERCOLOSI MULTI-RESISTENTE (MDR-TB)?
E’ una forma di tubercolosi nella quale i bacilli sono diventati resistenti ad alcuni farmaci utilizzati nel trattamento “standard”. Questo avviene quando i farmaci sono utilizzati male o la terapia non viene seguita correttamente o quando si è contagiati da bacilli che sono già resistenti.
UN’EMERGENZA GLOBALE
La TB è presente in ogni parte del pianeta.
Ogni anno si registrano quasi 9 milioni di nuovi casi.
L’80% di questi è concentrato in soli 22 Paesi.
Sebbene sia una malattia curabile, ogni giorno nel mondo muoiono 3.800 persone per tubercolosi.
2 miliardi di persone sono infettati dal bacillo della tubercolosi. Un numero che equivale a un terzo della popolazione globale e che rappresenta un serbatoio illimitato di possibili nuovi casi.
Più di un milione di persone affette da tubercolosi sono anche HIV positive. I soggetti con HIV hanno infatti un rischio maggiore di ammalarsi: la tubercolosi è la prima causa di morte di questa popolazione in cui il sistema immunitario è più debole.
630.000 sono i nuovi casi di MDR-TB (TB resistente ai farmaci) ogni anno e 150.000 i decessi. Questi sono maggiormente concentrati in soli tre Paesi (Cina, India e Russia), ma ormai sono diffusi in tutto il pianeta.
In Italia la malattia colpisce ancora circa 5.000 persone all’anno, appartenenti soprattutto alle fasce
più deboli della popolazione.
I PROGETTI
Stop TB Italia sostiene programmi di prevenzione, controllo e cura della tubercolosi in Italia e nel mondo, soprattutto in zone ad alta endemia.
In Sud Africa, dal 2009 al 2012, in collaborazione con una ONG locale, Stop TB Italia ha fornito sostegno socio-economico ai bambini ammalati di tubercolosi di Gugulethu, una baraccopoli nei dintorni di Città del Capo.
In India, dove la tubercolosi è la quarta causa di morte della comunità tibetana in esilio, dal 2010 al 2014 Stop TB Italia ha condotto a Dharamsala campagne di sensibilizzazione per facilitare la diagnosi della tubercolosi, soprattutto nella sua forma più resistente.
In Senegal, nel distretto sanitario di Dioffior, dal 2012 Stop TB Italia organizza un programma a tutto campo che comprende la formazione di personale sanitario locale, l’informazione capillare alla popolazione per disperderne paura e pregiudizi, sino al sostegno socio-economico degli ammalati. E’ stato inoltre avviato un progetto agricolo che, attraverso una cooperativa di ex ammalati, potrà provvedere in futuro al proprio sostentamento locale del progetto originario.
In Italia, l’impegno di Stop TB è concentrato sulla prevenzione della malattia, sulla formazione medico-sanitaria e sull’informazione generale.
Come? Stimolando la formazione di personale medico e sanitario, sensibilizzando la popolazione e le Istituzioni nei confronti della malattia, elaborando progetti specifici di screening e di cura, e fornendo sostegno economico e sociale ai soggetti colpiti dalla malattia.
Organizza inoltre eventi di raccolta fondi che coinvolgono il mondo dell’arte e della musica, entrambe profondamente legate alla storia di questa malattia.
STOP TB ITALIA ODV
Stop TB Italia è un’Associazione apolitica e indipendente impegnata a combattere la tubercolosi in Italia e all’estero.
Nasce nel 2004 come partner italiano di Stop TB Partnership di Ginevra e nel 2008 diviene ODV.
Pneumologi, infettivologi, igienisti, microbiologi e lo staff di StopTB Italia valorizzano la tradizione medica italiana del controllo della tubercolosi proseguendo la lotta contro questa emergenza sanitaria con l’obiettivo di sconfiggerla in Italia e nei Paesi in cui è ancora endemica.
L’Italia vanta una grande tradizione nella cura e controllo della tubercolosi. Tale tradizione, ben conosciuta dalla comunità medica nazionale, è considerata, a torto, un vanto del passato: gli italiani sono ancora tra i migliori esperti al mondo nel controllo della malattia.
In Italia la malattia non è più endemica ma colpisce ancora circa 5.000 persone all’anno, appartenenti soprattutto alle fasce più deboli della popolazione.
La recessione economica, nonché la conseguente carenza dei sistemi di welfare determinano un aumento del rischio di crescita delle fasce di individui a rischio: anziani, immigrati, senza tetto, tossicodipendenti, detenuti etc. L’incremento di casi di multiresistenza ai farmaci propone nuove sfide e costringe le Istituzioni e la società civile a mantenere viva l’attenzione verso una malattia che continua a presentare rilevanti problemi di salute pubblica.