31/05/2022
“Non so più cosa sentono
queste ossa
ora ridotto il peso su di loro.
Né cosa respirano
i miei sacchi rosa
ora invasi ed oppressi.
Con chi condivido
questo mio tempo di vita?
Se tra gli uni e gli altri
muore la comunione.
Se perdono i sensi il loro sentire,
perdono i pensieri il loro pensare.
Io sarò leggero,
ma l’aria mi pesa
ti pesa
gli pesa
ci pesa.
Facciamo spazio tra me e te
perché l’aria buona non ti manchi.
Come ti senti?
Ma le parole non sanno parlare
e gli occhi non sanno guardare.
Le vostre orecchie possono ancora ascoltare?
Il mio malanno
e quello degli uni e degli altri
tra cui è morta la comunione.
Non vi sono appigli
in una stanza
che è inferno intimo,
custodito.
Se solo le fiamme,
se solo il vento,
divampassero …
io mi unirei.
Che se muore la comunione
è morte per tutti,
gli uni e gli altri.
Io, te, lui,
noi.
Chiunque al di là di questi inferi
che non sa più pensare
che non sa più parlare
non sa vedere.
Sa ascoltare?
Che questo mio dire
sia lo spiraglio
d’aria buona,
sia varco inatteso
tra un muro stanco e l’altro impotente.
Possa qui passare la speranza
la forza e l’ascolto
la comprensione
il miracolo …
un solo concetto
che guarisca l’anima
più del corpo.
Fosse così
allora non sarà tanto lo spazio
tra gli uni e gli altri.
Le parole non dovranno parlare,
gli occhi non dovranno vedere,
i pensieri non dovranno pensare.
Nell’ascolto
si rifarà comunione
e io saprò che è con voi
che condivido questo mio tempo.
Sarà bello sapermi
non così solo,
riconfermare il sentimento,
sapervi presenti
non indifferenti
non arrendevoli.
Perché se mi sapete sentire
allora siamo tutti vivi.”