“SALUTE E MALATTIA” di Claudia Fratagnoli

30/04/2020

 

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2012

Nell’aprile del 2012 mi sono improvvisamente ammalata.

Proprio io! Io che ignoravo persino che il mio medico di famiglia fosse andato in pensione e che di conseguenza lo studio fosse stato chiuso!

Io che, nonostante il mio radicato pessimismo, questa cosa non me l’aspettavo proprio. Oltretutto la mia malattia sembra somigliare molto alla tubercolosi, un flagello che ha mietuto innumerevoli vittime in passato e che, nonostante sia stato debellato, possiede ancora un’aura di morte a cui hanno sicuramente contribuito le cronache letterarie dei secoli scorsi.

Il mio medico di base mi indirizza all’istituto Villa Marelli e, cercando di rassicurarmi, me lo descrive come il migliore centro specialistico a disposizione. Sarà! Ma la prospettiva mi sembra lugubre.

 

Villa Marelli

Effettivamente i medici danno l’impressione di sapere il fatto loro. Vengo sottoposta a una serie di esami al termine dei quali mi viene spiegata, con parole comprensibili, la natura e l’entità della mia patologia e mi viene assegnata una cura. Certo la situazione non è semplice. Soprattutto la strada si presenta lunga e dovrò purtroppo sottopormi periodicamente ad esami e accertamenti. Ovvio che tutto ciò non mi rallegra e in realtà, anche se cerco di nascondermelo, mi sto autoconvincendo del fatto che non riuscirò mai a guarire. Sono molto scoraggiata.

 

Anni dopo

Ormai mi reco periodicamente a Villa Marelli e il triste impatto iniziale, dopo tutto questo tempo, si è in parte modificato. I medici sono molto gentili e le assistenti premurose: a volte riesco persino a scherzare con loro e, tutto sommato, questo appuntamento mensile non mi pesa più come le prime volte.

 

2017

Ormai qui sono di casa. Ci sono addirittura delle novità, che potranno forse ‘vivacizzare’ l’andamento un po’ monotono e solitario che la mia esistenza aveva preso negli anni precedenti la malattia. Assieme ad altri pazienti provenienti da più parti verrò sottoposta a un protocollo sperimentale per verificare l’efficacia di un nuovo farmaco. Devo confessare che tutto ciò mi ‘elettrizza’ non poco!

 

Qualche mese dopo

La sperimentazione prosegue magnificamente e mi tiene parecchio impegnata. Mi sono stati affidati vari strumenti per effettuare aerosol a domicilio. Mi hanno regalato una bellissima borsa termica per trasportare tante scatolette che, a loro volta, contengono degli ‘eleganti’ flaconi di vetro con un liquido lattiginoso: è il nuovo farmaco che promette meraviglie. Sono sempre più entusiasta: peccato non poter tenere le bottigliette per la mia collezione di cianfrusaglie. Mi reco spesso a Villa Marelli dove posso chiacchierare con le infermiere e le assistenti alle quali ormai sono molto affezionata. E sono sempre più incuriosita dal pubblico che mi circonda: gente di tutte le età che proviene da tutto il mondo, gente che parla lingue sconosciute e che talvolta indossa abbigliamenti inconsueti. Ho anche incrociato alcuni detenuti bisognosi di cure e debitamente scortati da agenti: una cosa che non mi era mai capitata prima. Qui non ci si annoia proprio e si possono fare nuove esperienze e conoscenze.

 

2018

La cura sperimentale non ha dato esito positivo. Devo però confessare che in fondo la cosa non mi dispiace del tutto perché ormai vengo qui ogni mese molto volentieri. Ho trovato un luogo accogliente dove stemperare almeno un poco la mia abituale solitudine.

 

2019

Continuo a frequentare assiduamente Villa Marelli, dove sono circondata da persone affidabili che si occupano con gran cura di me e mi fanno sentire al centro della loro attenzione. I ‘miei’ medici hanno deciso di apportare delle modifiche al piano terapeutico. È ovvio ed evidente che si preoccupano delle mie condizioni di salute e fanno il possibile per migliorarle ma, tutto sommato, quasi quasi non vorrei che tutto questo impegno e fedeltà al giuramento di Ippocrate portasse a una eventuale e definitiva guarigione che mi allontanerebbe da questo luogo che per me è diventato una seconda casa. In fondo questa avventura ospedaliera non è stata solo travagliata, ma si è trasformata in uno strumento di conoscenza e crescita che mi ha portato in dono a un nuovo equilibrio psicologico. Forse avevano ragione gli antichi sapienti quando asserivano che talora dalla malattia può sgorgare la Grande Salute.

 

 

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