27/03/2024
Ed eccoci alla premiazione del Premio Virchow, il premio letterario di storytelling giunto quest’anno alla sua terza edizione.
Obbiettivo del premio è quello di far conoscere il mondo, i vissuti e le esperienze di chiunque abbia avuto in qualche modo a che fare con la tubercolosi: medici e pazienti innanzi tutto, ma anche familiari, amici, personale sanitario o chiunque altro. Anche, perché no?, vicini di casa.
Tema conduttore assegnato all’edizione 2024 del premio era “Dalla tubercolosi si può guarire – La malattia come risorsa”, proprio per ribadire il concetto di come è possibile trasformare la malattia in opportunità, da come si può, da una crisi, far sgorgare una chance.
A valutare le storie che ci sono state inviate sono stati chiamati:
Lea Iandorio, Direttrice della scuola Holden di Torino e fondatrice delle rivista Exlibris, Carlo Riva giornalista di Milano, Marina Tadolini medico infettivologo di Bologna e Giorgio Besozzi, Milano, Presidente Stop Tb Italia.
E la giuria, così composta, ha decretato l’assegnazione del Premio Virchow 2024 alla dott.ssa Maria Laura Stella, medico infettivologo di Cuneo per il racconto LA CAVERNA con la seguente motivazione:
“Attraverso uno stile narrativo coinvolgente, l’autore trasmette con maestria il senso di isolamento e di lotta interiore del protagonista, intrappolato tra la malattia e resilienza.
La descrizione dettagliata dell’ambiente ospedaliero e dei suoi personaggi, unita alla profondità psicologica del protagonista, crea un’atmosfera avvincente che cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime righe.
In particolare, il rapporto speciale che si sviluppa tra il protagonista e la dottoressa, con i loro dialoghi carichi di significato, aggiunge un tocco di speranza e di umanità al racconto, portando avanti il tema della guarigione non solo fisica, ma anche emotiva.
La fine, con il ritrovato contatto umano e la luce che filtra nella caverna interiore del protagonista, offre un finale potente e commovente che lascia un’impronta indelebile nella mente del lettore.
Un solido esempio di come la relazione può diventare cura.
Ma la giuria ha ritenuto opportuno assegnare anche un Premio speciale, quello che nei festival viene definito “Premio della critica”. Questo premio è assegnato al dr. Alessio Pampaloni medico infettivologo di Prato per il racconto DICESTI TRENTATRE’ con la seguente motivazione:
“Un racconto forte, pregnante, talvolta persino respingente, ma che ci cala, con un’originale forza narrativa, in un’ambiente di grande attualità: quello dei centri d’accoglienza.
Tema portante di questo racconto è la fuga. Fuga della voce narrante: quella di un giovane medico alla ricerca di una sua verità. E fuga di M, un ragazzo di 16 anni in fuga dalla povertà, dalle sevizie, dalla malattia. Una malattia che – inaspettatamente – gli salva la vita, ma che purtroppo si rivela essere soltanto una tappa di un calvario che sembra non finire mai.
Un racconto “aperto”, infinito, scomodo ma appassionante, per farci meditare sul futuro che ci aspetta.”